LE PAROLE TACIUTE Poesie di Rosy Gallace |
- Presentazione di Elio Bertozzi - Mentre parlavo di arte in un istituto scolastico, una ragazza alzò la mano e mi chiese “che cos’è la poesia?” Non ricordo esattamente che cosa le risposi, ma se, nel frattempo, avessi letto le liriche di Rosy Gallace, avrei usufruito di uno dei suoi versi, anzi di una coppia: “silenziosa attesa/ sui davanzali dei giorni...” e “luce nel mio cammino”. Tra l’altro avevo riflettuto sul fatto che la giovane non mi aveva chiesto “a che cosa serve la poesia?”, neppure “Quali poeti vanno letti per primi?”, nè “Su che direzione sta andando la poesia?”. Mi aveva chiesto semplicemente “Che cos’è?”. Rosy Gallace con queste “Parole taciute”, taciute, ma così espressive e colme di sentimenti, ed emozioni, offre più di un chiarimento. Narrando la personale, così trepidante e pulsante, vicenda esistenziale, dalla infanzia alla maturità. “Tessevamo sogni/ nell’incoscienza dei vent’anni...” – “E poi all’improvviso/ tra occhiali, capelli grigi e un foglio bianco...”. La poesia, da Omero ad Auden, cerca la gloria, esprimiamo (sia consentito) anche tale considerazione tecnica, della precisione, difendendo nitidezza, leggerezza e visione di un mondo, come un bagliore che da una finestra illumina il dettaglio di una stanza. Sono proprio i dettagli (non manca nel libro una poesia specifica) della vita, vedi il ticchettio di una Singer della mamma, la trasferta al Nord Italia, la maternità, il bene dei figli, come l’autrice ricorda nella prefazione, a conferire i giusti accenti, con eleganza e verità compositiva, al trascorrere dei giorni, al divenire. “E’ spuntata l’alba/ in un giorno che non è uguale agli altri”. Al compiuto del tempo nella immanenza e nella trascendenza, nella dimensione del ricordo, con la capacità, o meglio con il coinvolgimento fisico e sentimentale, di annotare le parole e collocarle nel respiro della vita come fossero impalcature in grado di puntellare l’esistenza soprattutto quando “l’albero del pruno che un tempo hai piantato/fiorisce ancora tra i colori del nuovo giorno”. |
RICNOSCIMENTI PER L’OPERA “LE PAROLE TACIUTE”
Concorso Letterario “ Myo – Sotis” Comune di Rorà (Pinerolo ) 18 Aprile 2015 PREMIO GIORNALISMO COPPA PERGAMENA
Premio Letterario Nazionale “Un libro amico per l’inverno” Comune di Rende (Cosenza) – 23 Aprile 2015 3° PREMIO TARGA, PERGAMENA
Premio Letterario “Castel Govone” Città di Recco Comune di Finale Ligure – 9 Maggio 2015 3° PREMIO – TARGA + PERGAMENA
Concorso Letterario Internazionale “Profumo di Marzo” Arona 3° Classificato – Arona Settembre 2015
Concorso Letterario “Parole e Poesia” VII Edizione Classificata 4° posto Giugno 2015
Premio Arnaldo Polverini “Anzio – 30 Ottobre 20014 8° POSTO su 12 selezionali . Opere 156 Premio: Quadro d’autore, Pergamena |
Il margine in rilievo delle parole costituisce l’abbrivio dei poeti che non salvano il mondo, ma salvano certamente lo sguardo sul mondo. Sono loro che, spesso, hanno una voce autentica. “Mi ciberò di stelle/ e il chiarore della luna/ mi indicherà la via...” E’ una voce che non inganna, un tramite, la poesia, per entrare nel tempo, plasmando un senso diverso del nostro vivere. “Che importa” sottolinea, in tal senso Rosy Gallace “se dovrò reinventare e riscrivere/ il poco tempo che accompagna la mia mente” dal momento che “forse così potrò guardare ancora con occhi famelici/una parvenza nuova di un’altra vita”. Parole taciute, ma che portano segni indelebili lasciati, come vestigia solenni ed antiche, echi di “Rintocchi di campane” che “si perdevano in tramonti infuocati...” Oltre alla sensibilità, a Rosy Gallace va, come accennato più sopra, ascritta la dote della conoscenza e della padronanza dei mezzi espressivi. Dunque, tecnica, capacità di fare, costruzione oggettiva, arte intensa in senso etimologico: insomma, civiltà poetica. Valgano, purtroppo per ragioni di spazio, questi soli versi: “Un grumo di case sulla collina/ posate su un bianco tappeto”. “Inaudita, superba e naturale bellezza/ che sminuzza i ricordi e mi accoglie/ nelle crepe degli alberi/ custodi di segreti/ di giorni felici e lontani”. “Gli anni fermarono le lancette del tempo/ e il mondo si acquietò”. In definitiva: Rosy Gallace, ben lungi dal regolarizzare la spinta creativa, la propulsione passionale e sentimentale, rintraccia il filone della poesia proprio là dove, d’acchito, non è dato scorgerla. Poesie, queste, in cui si riconoscono legittimità, verità e, in particolare, intensità del vissuto, del qui ed ora, scoprendo così le qualità, il soffio poetico in altre parole, della propria esistenza. In conclusione un suggerimento ai fruitori di queste odi: si legga, si rilegga, la poesia che dà il titolo a questo libro. Uno straordinario salmo laico. Dott. ELIO BERTOZZI
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