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IL CARDINALE EFREM FORNI

UN ILLUSTRE DIPLOMATICO VATICANO

CITTADINO GALLARATESE

Venerdì 9 giugno 2017, nella Sala Conferenze del Centro della Gioventu’ di Gallarate, ha avuto luogo la presentazione del volume biografico intitolato: “IL CARDINALE EFREM FORNI, UN ILLUSTRE DIPLOMATICO VATICANO, CITTADINO GALLARATESE”, realizzato da Lorenzo Filippo Guenzani nel 40° Anniversario dalla morte del Cardinale.

L’opera biografica descrive l’intensa vita e la proficua opera pastorale di Efrem Leone Pio Forni, nativo di Milano ma considerato gallaratese a tutti gli effetti discendendo da storiche famiglie della città dei Due Galli (Forni da parte di padre e Ambrosoli da parte di madre).

A consolidare maggiormente il legame che avvicina l’illustre porporato con Gallarate è il conferimento della Cittadinanza Onoraria della stessa città avvenuto, con Delibera del Consiglio comunale, il giorno 07 maggio 1962.

PRESENTAZIONE - INTERVENTO DEL RELATORE, ELIO BERTOZZI - Direttore della Collana “Galerate”

 

Efrem: il nome deriva dall'ebraico Efraim ed ha il significato di "Fecondo, che dà frutti".Per inciso: sul calendario liturgico, Sant’Efrem si ricorda il 9 giugno e fu Diacono e Dottore della Chiesa.

Per curiosità: in Italia ci sono oltre duemila persone che hanno questo nome.Da quel 10 gennaio 1889 quando vide la luce a Milano, fino a quelle ore del 26 febbraio 1976, la data del congedo terreno, Efrem Forni non ha vissuto solo 87 anni cronologici.La sua esistenza, come attesta appassionatamente e doviziosamente l'autore di questa pubblicazione, Lorenzo Filippo Guenzani, si è decantata, potremmo dire sublimata, in una sequenza di tappe, eventi ed intenti, cariche ed opere.

Un excursus in grado di coprire una temporalità umana e religiosa, in cui fede e amore ne sono state le gemme.

C'è un numero, una cadenza, che incredibilmente ricorre. Quante emozioni nell'estate, era il 6 luglio 1913, quando il ventiquattrenne Efrem Forni viene ordinato Presbitero.

Per ventiquattro anni la sua quotidianità si ammanta di impegno e preghiera e delle letture di eccelsi testi come il Qohelet e il Cantico.

Nel novembre 1937 Papa Pio XI lo nomina arcivescovo e la consacrazione conseguente, effettuata dal cardinale Eugenio Pacelli, poi Papa Pio XII, è del 20 febbraio dell'anno successivo.

Trascorrono altri ventiquattro anni dalla elezione, da parte di Papa Giovanni XXIII, a cardinale: è il giorno della festa del papà, è il 19 marzo 1962, mancano pochi giorni all'inizio della Primavera.

Primavera di Primavere, periodo fecondo come vuole il suo nome, in cui sbocciano, all'insegna del motto "Ardere et lucere perfectum", importanti ruoli dal "profumo" che irrora il mare.

Arcivescovo titolare di Darni, Nunzio Apostolico in Ecuador, Belgio, Lussemburgo, dove sarà anche Internunzio Apostolico, poi cardinale presbitero di Santa Croce in Gerusalemme.

"Servo e ministro della Parola", lo aveva definito un suo ammiratore, sensibilità ricambiata, come il cardinale Carlo Maria Martini.

Che aveva aggiunto: "Conchiglia ripiena dell'eco della Parola, infinita come il mare".

Brillavano intarsi d'argento sulla cresta delle onde che si inseguivano quando il Nunzio Efrem Forni fendette le acque alla volta dell'Ecuador.

I Gallaratesi avrebbero desiderato godere maggiormente della sua vicinanza, della sua presenza nel vecchio Borgo: cariche e impegni reclamarono la propria, cospicua, parte, anche se il "nostro" li ebbe in ogni momento, così come mamma Angela Ambrosoli e papà Enrico, nel cuore e nei sereni pensieri.

Non a caso vorrà essere sepolto, salì al Cielo il 26 febbraio 1976, nella amata Chiesa gallaratese di San Francesco e non nella tomba di famiglia ove riposano le spoglie dei genitori perché, come opportunamente ribadisce più volte in queste pagine l’autore, nella quieta e suggestiva chiesa gotica di piazza Risorgimento, in tale scrigno della fede, era nata la sua vocazione religiosa.

"Cantore" delle ore di Dio, attraverso le sue numerose e rilevanti cariche pur senza mai deflettere dall'amore per l'umanità, Efrem Forni ha come intessuto l'intero scorrere delle Sacre Scritture, della Genesi, con l'irrompere della creazione dal grembo dell'Eterno, fino al sospiro finale del Maranatha, "Vieni Signore".

Spartito della Parola suprema divina orchestrata nella feconda esperienza e testimonianza.

PRESENTAZIONE - INTERVENTO DI MONS. IVANO VALAGUSSA - Decano di Gallarate

 

Con soddisfazione ho preso visione della recente monografia di Lorenzo F. Guenzani relativa al cardinale Efrem Forni.

Soddisfazione in quanto, con quest’opera, viene riempito un vuoto editoriale: un grande personaggio della recente storia cittadina rischiava di essere dimenticato dalla gente. Quasi due generazioni di Gallaratesi non hanno avuto la possibilità di conoscerlo ed incontrarlo di persona, essendo già trascorso un quarantennio dalla morte, e perciò il rischio di scordarne le opere e gli insegnamenti stava diventando concreto.

Soddisfazione anche perchè, mediante questa ricerca che ha coinvolto non solo i documenti, ma pure le testimonianze di coloro che lo frequentavano e degli stessi parenti, viene ricordato non solo il personaggio, ma soprattutto l’intensa attività da lui svolta per il bene della Chiesa e per l’elevazione morale della gente. Tutto ciò senza perderne di vista l’umanità, la disponibilità, le ansie, le aspirazioni.

Ecuador, Portogallo, Francia, Belgio, Lussemburgo e la stessa Roma hanno avuto modo di apprezzare l’opera instancabile e, spesso, persino coraggiosa svolta da mons. Forni. In qualche modo, gli stessi popoli hanno potuto, attraverso di lui, apprezzare anche Gallarate e la relativa Comunità, che egli non mancava di citare, pure all’estero, ogniqualvolta se ne presentasse l’occasione.

Ne è testimonianza il desiderio da lui espresso, e poi dai Gallaratesi esaudito, di essere sepolto nella chiesa cittadina di San Francesco, luogo particolarmente legato alla sua vocazione sacerdotale. Non solo: sempre per suo espresso desiderio, nella parrocchia di Santa Maria Assunta sono depositati molti oggetti significativi ed a lui particolarmente cari. Proprio partendo da questo materiale, integrandolo con quanto si è potuto rintracciare in altri archivi, pubblici e privati, con un impegnativo lavoro di ricerca, di confronto e di integrazione, è stato possibile realizzare il volume.

Leggiamo perciò con interesse queste pagine, cercando di meglio conoscere l’emerito personaggio, recuperando non solo il ricordo dei fatti del passato, ma traendo da essi spunti e motivi per meglio interpretare e vivere le sfide e le vicende di oggi.

PRESENTAZIONE - INTERVENTO DI LORENZO FILIPPO GUENZANI

 

L’opera biografica descrive l’intensa vita e la proficua opera pastorale del Cardinale Efrem Leone Pio Forni, nativo di Milano ma considerato gallaratese a tutti gli effetti discendendo da storiche famiglie della città dei Due Galli (Forni da parte di padre e Ambrosoli da parte di madre).

A consolidare maggiormente il legame che avvicina l’illustre porporato con Gallarate è il conferimento della Cittadinanza Onoraria della stessa città avvenuto, con Delibera del Consiglio comunale, il giorno 07 maggio 1962.

Questa opera biografica, ideata agli inizi del 2016, viene proposta per ricordare, nel 40° anniversario dalla sua dipartita, avvenuta il 26 febbraio 1976, un illustre personaggio della diplomazia vaticana, sepolto nella Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gallarate per sue espresse volontà terrene.

Un'opera biografica con cui si è voluto raggiungere un doppio risultato:

da un lato ha voluto raccontare la vita e le principali tappe di un uomo straordinario e dall'altro ha voluto colmare un vuoto venutosi a creare nella memoria della nostra città (Gallarate).

Per questo doppio intento si è abbandonata l'idea di un libro di carattere accademico, che poteva magari addentrarsi nel profondo pensiero spirituale di Mons. Forni; impresa molto complessa ed articolata di cui si è deciso di rimandare a eventuali futuri studi.

Si è invece optato per un libro più semplice alla portata di tutti e di facile lettura.

Il volume, sviluppato in 112 facciate numerate, è suddiviso in 3 principali capitoli.

Il primo, posto a seguito delle presentazioni rispettivamente di Mons. Ivano Valagussa, rappresentanti del Monastero Benedettino del SS. Sacramento di Gallarate, rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e del Cav. Elio Bertozzi in qualità di Direttore della Collana “Galerate”, espone la giovinezza e la vita del futuro porporato trascorsa dividendosi tra le città di Milano e di Gallarate.

Segue il secondo capitolo incentrato sulla carriera in ambito ecclesiastico soffermandosi principalmente sull’attività pastorale svolta in qualità di Nunzio Apostolico nelle città di Quito e Bruxelles.

Ampio spazio è stato riservato all’importante ruolo decisionale, avuto da Mons. Forni, durante l’Esposizione Internazionale, comunemente denominata Expo, del 1958 ed il suo prezioso contributo per la realizzazione del padiglione della Santa Sede, primo nella storia delle esposizioni universali a rappresentare lo Stato vaticano, denominato Civitas Dei.

Il terzo capitolo, di maggior interesse per un gallaratese, desidera esporre il rapporto simbiotico, sviluppatosi nel corso degli anni, di Mons. Forni con la città dei Due Galli.

Si propongono infatti diversi periodi della vita del Cardinale trascorsi nella città di Gallarate; i suoi luoghi più cari, lo stretto legame con i famigliari, l’attaccamento alla vita della comunità cristiana gallaratese e l’importante amicizia con il parroco Mons. Lodovico Gianazza.

Non si dimentica un paragrafo dedicato al conferimento della Cittadinanza Onoraria quale apice di un legame saldo ed indivisibile con Gallarate.

Il quarto ed ultimo capitolo vuole descrivere la fine della giornata terrena del Cardinale, trascorsa nella sua residenza romana, la malattia, i solenni funerale svoltisi nella Basilica di San Pietro, il trasferimento della salma a Gallarate con l’omaggio tributatogli dalla cittadinanza nella Basilica di S. M. Assunta e la tumulazione nella Chiesa di San Francesco ove tuttora giace.

INTERVENTO - RICORDI DI ADELFO MAURIZIO FORNI - In rappresentanza della famiglia del Cardinale

 

Ho avuto il privilegio di conoscere di persona il cugino Efrem Forni, di cui mi ricordo tra l’altro l’estrema semplicita’, il gusto per la convivialita’, la padronanza completa di varie lingue (francese, portoghese, spagnolo, inglese, latino e ovviamente italiano), e il fatto che sapesse improvvisare piacevoli concerti con mia nonna Maria Verderi Forni (moglie di Adelfo).

Al di la’ di questo, rielaborando i ricordi, e facendo i dovuti approfondimenti (attraverso le documentazioni rintracciate anche presso i parenti), sono rimasto fortemente colpito da alcuni fatti e da alcune caratteristiche, che, a mio parere, fanno risaltare la sua figura come quella di un uomo di grande spessore spirituale e sociale:

premessa

Efrem Leone Pio Forni e’ figlio di Enrico Santino Forni e Angela Ambrosoli, cittadini di Gallarate, abitanti a Madonna in Campagna, che si sono sposati in Santuario nel 1886.

Angela e’ parente stretta di Angelo Ambrosoli, sacerdote di Madonna in Campagna e poi missionario in Australia, ricordato come “il piccolo santo”, morto a Sidney nel 1891  (vedi la  lapide murata nel Santuario).

Enrico e Angela si trasferiscono a Milano e Efrem, nato a Milano nel 1889, viene spesso affidato ai parenti di Gallarate (lo zio Cesare Forni, che ha 15 figli), dato che i genitori, commercianti, sono spesso impegnati.

Lo zio Cesare e la zia Maria Anna Colombo lo portano la domenica a visitare il Santuario di Madonna in Campagna e Efrem avra’ anche l’occasione di veder nascere la nuova chiesa di Gallarate, San Francesco, in cui si dice, ricevette la vocazione, e dove e’ sepolto.    

Nel 1938 Forni viene inviato quale Nunzio Apostolico a Quito, Ecuador, certamente dopo esperienze importanti in Portogallo e a Parigi con il Cardinale Maglione: e’ un uomo maturo ed esperto, ma, sicuramente, si puo’ dire che viene inviato in un paese difficile.

Effettua il viaggio in nave e, tra l’altro, non perde tempo: infatti, a bordo di nave Orazio, in aprile, coglie l’occasione per cresimare molte persone dell’equipaggio e anche tra i viaggiatori.

Bene: quest’uomo viene inviato in un paese dove, sino a pochi anni prima, comandavano le fazioni di Alfaro, massone estremista, che proibiva l’ingresso ai cattolici, chiudeva le chiese, processava e condannava i componenti del clero, e dove certamente la vocazione sacerdotale era ai minimi storici, per ovvie ragioni.

Bene, Monsignor Forni lascia l’Ecuador nel 1953, dopo 15 anni circa, avendo consacrato moltissimi nuovi sacerdoti e ben 7 vescovi, nonchè ricevendo dal governo in carica un simbolo (Ordine Nazionale di Gran Croce) di enorme stima per quanto realizzato in quel paese, cioe’ numerose opere di carita’, oltreche’ opere spirituali.

Pare inoltre che Monsignor Forni svolse, da Quito, una intensa attivita’ diplomatica a tutto campo durante il periodo del secondo conflitto mondiale.

C’e’ un bellissimo filmato del suo rientro in aereo a Malpensa, realizzato da Tonetto Bonicalzi, padre di Carlo Bonicalzi che ritrae tutti i parenti convenuti per l’occasione: allora si usava cosi’, tutta la famiglia e tutti i parenti, sempre uniti in tutte le occasioni importanti.

Un altro episodio importante: nell’agosto del 1956, il Nunzio Apostolico in Belgio, Efrem Forni apprende della strage nella miniera di Marcinelle, e si reca immediatamente a confortare, celebrare messa, e porta molti soccorsi “tangibili” alle famiglie colte dalla disgrazia.

Oggi siamo abituati a figure straordinarie come Papa Bergoglio e al contatto diretto tra alti prelati e folla, ma anni fa non era proprio così scontato che una autorita’ potesse muoversi  immediatamente, con tale incisivita’ e tale generosità .

Il suo marcato intervento a Marcinelle ha poi contribuito a fissare regole e contratti di maggiore sicurezza per i minatori.

Nel 1958 Monsignor Forni, nominato Nunzio Apostolico a Bruxelles, fa realizzare il “primo padiglione vaticano in una fiera”, in occasione della Esposizione Universale di Bruxelles, il cui tema, sotto l’influenza di Forni e quella di re Baldovino, venne definito come segue: “La valutazione del mondo per un mondo piu’ umano”

Che lungimiranza !

L’Esposizione certamente intendeva mettere in luce i temi della scienza e delle novita’ tecnologiche (vedi l’Atomium, monumento di 100 metri di altezza dell’ing Waterkeyn che rappresentava un cristallo di ferro), ma quel particolare titolo scelto per l’Expo fece intendere quanto fosse importante l’UOMO, in quel periodo difficile di guerra fredda.

Alla Esposizione Internazionale venne presentato il primo “cervello elettronico” IBM Ramac, l’enciclopedia elettronica multilingue al servizio dell’uomo : Forni colse l’occasione per fare in modo che Padre Busa potesse realizzare all’Aloisianum  il primo centro computer di Gallarate, dando lavoro a diecina di persone.

L’Esposizione fu visitata da 40 ml di persone (nel 2016 a Milano, i visitatori sono stati 20 ml). E naturalmente Monsignor Forni riuscì a officiare varie volte messa all’interno del padiglione del Vaticano.  

Questo uomo e illustre prelato ha lasciato in me anche un ricordo straordinario come “l’uomo della speranza”.

A causa di un aneurisma al cervello, nel 1961, nessun medico dava speranza ai miei genitori, che rimanevano al capezzale di mia sorella nell’ospedale di Gallarate.

Il dott Cazzullo (primario di altissima professionalita’) propose di ricoverarla alla clinica La Madonnina a Milano, ove, forse, il chirurgo d’avanguardia per allora, Maspes, avrebbe potuto operarla.

Il Cardinale Efrem Forni, senza alcun preavviso, arrivo’ da Roma per recarsi al capezzale di mia sorella Renata, che lui aveva cresimata, e porto’ mia madre a pregare in cappella, raccomandandole di avere fiducia in Dio.

Le cose, fortunatamente, andarono bene, e 6 mesi dopo Efrem torno’ a Gallarate per vedere come stava quella sua cugina che aveva visto in uno stato pressoche’ terminale.

Bene, mia sorella ha oggi 74 anni, ha fatto l’insegnante, ha avuto una figlia e ha due bellissimi nipoti.

Ci sono molti altri episodi, impossibile citarli tutti, ma sappiamo per esempio che il 4 giugno 1967 il Cardinale, al rientro dopo aver guidato il Pellegrinaggio Gallaratese a Lourdes, si fermo’ per una messa a Montecarlo dove fece una predica particolarmente toccante parlando di

La fiducia in Dio

L’amore verso il prossimo.

Per riassumere, un uomo quindi, un prelato, che alternava momenti di profonda  pura spiritualita’ a altrettanto preziosi momenti di fratellanza con tutti, compresi i parenti.

 

Per finire vorrei congratularmi con il nostro Sindaco che ha scritto nella sua presentazione al libro: “ …..questa e’ una testimonianza da tramandare nelle scuole….”

Bene, sono perfettamente d’accordo con lui.

Ma occorre che ci domandiamo: come facciamo ?

Mi spiego: noi, tutti noi, perdiamo facilmente la memoria storica, sia perche’ siamo soffocati da novita’ quotidiane che seppelliscono i ricordi anche piu’ recenti, sia perche’ non c’e’ nessuno che se ne occupa.

E’ un po’ come l’educazione civica: quando io ero bambino ce la insegnavano dalle elementari.

Adesso, proprio adesso, bisognerebbe che ci prendessimo cura delle nostre radici e delle persone che con il loro esempio, con la loro vita, ci hanno insegnato un percorso e ci hanno lasciato dei valori.

Il Cardinale Forni ci ha lasciato dei valori da coltivare e perseguire, e come lui, ci sono stati cittadini e certo ci sono, che hanno speso e spendono le loro energie per Gallarate, per citarne qualcuno Paolo Oliviero Colombo, Mons Alessandro Macchi vescovo di Como, Claudino Sironi Sindaco, Pierina Piola Macchi e molti altri.

Penso che sarebbe necessario che la nostra Amministrazione (di qualsiasi colore sia) chiedesse alle scuole locali di dedicare qualche ora al mese ai nostri illustri concittadini, e chiedesse all’assessore competente di reperire luoghi (vie, piazze, giardini, istituti ecc) che potessero essere dedicate a questi illustri cittadini, il cui ricordo, altrimenti, scompare poi presto nel nulla. 

Caro Sindaco, lo faccia subito !

Gliene saremo molto grati noi, e le generazioni a venire.